Il donatore sa quanto sia importante controllare il proprio stile di vita, il cui scopo è la prevenzione
delle malattie cardiovascolari ed infettive a trasmissione con il sangue.
Questo si può fare già con l’alimentazione, seguendo alcune semplici attenzioni: preferire i cibi di
origine vegetale (privi di colesterolo e molto poveri di grassi “saturi”), limitare quelli ricchi di
colesterolo (ad esempio le uova e le frattaglie) e l’uso del sale (apporto di sodio), ma anche
aumentare l’apporto di potassio (ad esempio con la frutta).
L’attività fisica regolare è sempre una buona abitudine, così come limitare (meglio ancora astenersi)
il fumo, che incide sulla pressione sanguigna: bisogna sicuramente astenersi dalle sigarette (anche
elettroniche) almeno due ore prima della donazione, perché esistono persone allergiche alla
nicotina.
Anche vaccinarsi contro le malattie è una buona abitudine.
Quest’anno è stata anche anticipata la distribuzione di quello per l’influenza (ai fini preventivi della
attuale pandemia da SARS-CoV-2) dopo la quale si dovrà attendere solo 48 ore prima di poter
donare, se non sono comparsi disagi anche lievi.
Dal 15 giugno i donatori periodici toscani prenotati sul sistema AgenDona (ottimo anche per evitare
assembramenti) potranno essere sottoposti al test sierologico nel momento in cui si presenteranno a
donare: è su base volontaria, e quindi nessuno ne sarà obbligato in alcun modo.
Si ricorda che questo test, anche quando negativo, indica solo il livello di probabilità che
l’organismo non è venuto a contatto con il virus SARS-CoV-2, e quindi non rappresenta una
garanzia assoluta dell’assenza di infezione.
Peraltro, i donatori che sono venuti a contatto col virus potranno contribuire “arruolandosi”, sempre
su base volontaria, per lo studio TSUNAMI sul “plasma iperimmune”.
La cultura della prevenzione sociale diffusa passa anche da qui, dal prendersi cura di se stessi.