Nel 2014 è stato introdotto un nuovo articolo nel codice penale che consentiva ad un imputato di chiedere al Giudice di sospendere il procedimento e consentirgli un periodo di prestazioni (non retribuite) in favore della collettività, da svolgere presso Enti pubblici, ma anche in organizzazioni di assistenza sociale, sanitaria e di volontariato.

Questa nuova figura, riservata ai presunti autori di reati “minori”, veniva chiamata “messa alla prova” e prevede lo svolgimento di “lavori di pubblica utilità” secondo convenzioni che ne descrivono dettagliatamente le modalità, sia sotto il profilo delle mansioni che della sicurezza.

Non tutte le Organizzazioni di Volontariato possiedono i requisiti previsti da questi complessi protocolli: Avis li ha.

D’altra parte abbiamo sempre detto che il donatore è anonimo sotto molti profili: genere, razza, condizioni economiche, convinzioni politiche o religiose, eccetera; è quindi naturale che la storia personale di chi allunga il braccio per riempire una sacca per uno sconosciuto non sia per noi un elemento di valutazione della sua idoneità alla donazione.

Scopo dell’Avis non è infatti scoprire la verità (quello è compito della giustizia o della filosofia), ma attivare la capacità di ciascuno di noi di diventare una risorsa per la sopravvivenza di qualcun altro.

Nell’ottobre del 2020 è stata quindi siglata tra il Ministero della Giustizia e l’AVIS una apposita Convenzione che apre all’inserimento di 35 persone in altrettanti progetti di “messa alla prova”; questo documento raccoglieva esperienze già vissute positivamente in diverse sedi locali, anche della Nostra Toscana.

Ad esempio, negli ultimi due anni l’Avis di Piombino aveva già attuato una convenzione sottoscritta con il Tribunale di Livorno e registrato risultati molto positivi.

La presenza dei beneficiari del progetto, infatti, non solo ha contribuito al buon andamento della loro sede, che ha potuto contare su altre risorse oltre le proprie, ma gli amici di Piombino raccontano che anche i rapporti umani che si sono instaurati sono stati un ulteriore e inatteso valore aggiunto.

Permettere ad imputati adulti ammessi a questo tipo di sospensione del procedimento penale di svolgere lavori di pubblica utilità a favore della collettività attraverso Avis risponde all’impegno del Nostro Statuto Nazionale (articolo 2, comma 1) di perseguire, senza scopo di lucro, ogni possibile finalità civica, solidaristica e di utilità sociale.  

Ecco perché anche l’Avis di Sesto Fiorentino – Calenzano sta valutando di raccogliere l’invito degli amici di Piombino e quindi la possibilità di attuare il proprio scopo statutario in favore del miglioramento della qualità del proprio servizio per il suo territorio valutando eventuali richieste.

Naturalmente l’Associazione che attua il programma deve garantire la piena conformità della sede ed assicurare tutte le misure necessarie a consentire e verificare che l’imputato o l’indagato possa estinguere le conseguenze penali previste per la condotta contestata tramite un’attività di volontariato che produce effetti positivi alla collettività e a lui stesso.

Questo ultimo aspetto è un traguardo non necessario, ma sempre sperato.