Il Centro Nazionale Sangue ha recentemente emanato una circolare per fornire “specifiche raccomandazioni sull’eleggibilità alla donazione di sangue ed emocomponenti dei soggetti con anamnesi positiva per somministrazione di vaccino anti-SARS-CoV-2”.
Le indicazioni sono che, prima di poter donare, gli asintomatici dovranno attendere 48 ore dopo aver assunto un vaccino a base di mRNA (come quelli Pfizer-BioNTech e Moderna attualmente somministrati); se si sono sviluppate reazioni dopo la somministrazione del vaccino, dovranno attendere almeno 7 giorni dalla loro completa risoluzione.
Se il donatore ha assunto un altro tipo di vaccino, valgono le regole ordinarie della vaccinazione con virus vivi attenuati o vettori virali, cioè la sospensione per almeno 4 settimane dalla vaccinazione.
Sono stati quindi resi noti, grazie a “Plasma Italia” (l’iniziativa promossa dal Centro Nazionale Sangue in collaborazione con AVIS, CRI, FIDAS e FRATRES per la promozione e informazione sulla produzione di medicinali plasmaderivati e sulla donazione di plasma) i dati della raccolta di plasma nel 2020, che ha purtroppo registrato (ancora) un segno negativo, pari al 5-6% in meno del 2019 (nell’immagine le variazioni dal confronto novembre 2019 – novembre 2020), che corrispondono in media a oltre 4000 chili di plasma in meno ogni mese.
In controtendenza la nostra Regione (seconda solo alla Sardegna), che ha registrato invece un incremento di oltre un quinto delle donazioni di plasma rispetto all’anno scorso.
A questa notizia nazionale negativa, se ne affianca però una positiva: chiuso il bando del luglio scorso, l’Italia è risultata tra i 14 Paesi dell’UE che ospiteranno i 24 progetti selezionati dalla Commissione Europea per implementare la raccolta di plasma iperimmune.
Le sovvenzioni europee interesseranno oltre 150 centri di raccolta italiani che potranno potenziare le attrezzature di conservazione e incrementare i kit per i test di laboratorio e di caratterizzazione del plasma.
Più di 7 milioni di euro raggiungeranno quelle strutture di 14 regioni italiane (tra cui la Toscana) che avevano avanzato proposte di interesse al bando.
Stella Kyriakides (Commissario per la Salute e la Sicurezza alimentare dell’Unione Europea) ha così riassunto il senso dell’iniziativa: “quando si tratta di ricerca sulle terapie per Covid-19, è necessario esplorare tutte le opzioni per garantire che i trattamenti sicuri ed efficaci possano essere resi disponibili il più rapidamente possibile. Grazie a i numerosi richiedenti che hanno risposto all’invito della Commissione, la raccolta del plasma può ora essere aumentata attraverso i progetti selezionati, che aiuteranno nell’uso del plasma convalescente come possibile trattamento promettente”.
Buon plasma non mente.
